Il testamento pubblico è il testamento redatto da un Notaio ed è l’unica eccezione che il codice civile (art. 603) ammette alla scrittura “di pugno” dal testatore.
Abbiamo già detto, infatti, che nessuno può scrivere il testamento per conto di un’altra persona, salvo il Notaio.
Ma perché decidere di fare un testamento pubblico anziché olografo?
Cominciamo col ribadire che il testamento pubblico e il testamento olografo hanno lo stesso valore: la circostanza che uno sia scritto da un notaio mentre l’altro sia scritto di pugno dal testatore non incide assolutamente sul valore dei due testamenti: come ho già detto nelle FAQ, se, ad esempio, il testatore, dopo aver sottoscritto un testamento pubblico davanti al Notaio, decidesse di scrivere successivamente un testamento olografo in contraddizione con quanto contenuto nel testamento pubblico, prevarrebbe il secondo, ovvero il testamento con data postuma.
E’ la data quindi a giocare un ruolo fondamentale: se vengono ritrovati più testamenti, contenenti diverse disposizioni testamentarie che si aggiungono l’una all’altra, dovranno essere pubblicati tutti, e la devoluzione dell’eredità verrà fatta secondo le disposizioni contenute in ciascuno di essi; ma se più testamenti contengono disposizioni in contraddizione fra loro, prevale il testamento più recente, indipendentemente che sia pubblico o olografo.
Per questo motivo, onde evitare possibili confusioni, si consiglia sempre quando viene redatto un nuovo testamento in sostituzione del precedente, di iniziare con la frase: "Revoco ogni mio precedente testamento"
Quando allora ha senso fare un testamento pubblico?
Beh, pensiamo ad esempio ad una persona che è incapacitata (anche solo temporaneamente) a scrivere, ad esempio per un incidente, o per una malattia invalidante: in questo caso viene in aiuto il Notaio che, al posto del testatore, scrive lui il testamento.
Questo è il caso più banale.
Invero però quando una persona si reca dal Notaio per far scrivere il proprio testamento, essendo questo un atto notarile, il Notaio ha l’obbligo di accertarsi che la persona che ha davanti a sé, sia in grado di intendere e volere. Ecco allora che, in quei casi in cui vi potrebbe essere la possibilità, anche eventuale, che dopo la morte del testatore qualcuno, avente un interesse, possa mettere in dubbio la validità del testamento adducendo che il testamento è stato scritto da persona incapace (ad esempio un anziano che è stato raggirato o soggiogato), se lo stesso testamento venisse scritto da un Notaio, il Notaio potrebbe testimoniare che il testatore era perfettamente in grado di intendere e volere.
Quindi, possiamo dire che, in vista di una eventuale contestazione delle volontà testamentarie, un testamento pubblico sarebbe “meno impugnabile” di un testamento olografo, nel senso che in questo caso si metterebbe in dubbio anche l’attività del notaio che ha raccolto le ultime volontà del testatore.
Per onor di cronaca, anche un testamento olografo accompagnato da un certificato medico in pari data, dove il medico curante certifica la salute mentale del testatore, potrebbe raggiungere lo stesso scopo.
Da ultimo, ma non meno importante nella valutazione della scelta tra testamento pubblico e testamento olografo, informarsi sui costi: il testamento pubblico implica un’attività notarile che può arrivare a costare anche un migliaio di euro.